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al testo di Giulia Bellucci
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(A Lauria)
Camini pietrosi m’appaiono i colli dintorno ed eterei s’espandono sbuffi di nebbia negli umidi autunni lucani.
Sovrasta sui tetti la roccia osserva da secoli muta gradini consunti dai passi sugli erti sentieri recanti a case arroccate d’antico.
Dall’alto guarda d’intorno le valli dipinte di caldi colori e s’erige la torre dell’Armo vegliando sui borghi.
Ancora di foglie cosparse già fradice e sfatte, le strade non più sotto i passi fruscianti. Riverbera là sulle vette il bianco della neve nuova.
E lieto un fruscio diffonde monotono e lieve, il ruscello sul nudo Presepe discosto e mormora nuove parole in questo fragore inudite.
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